La nostra associazione è da sempre legata al circolo Arci che ospita la nostra sede, il Circolo Primo Maggio di Sieci, e quest’anno per la prima volta abbiamo programmato e portato a compimento insieme, una gita che ha abbinato al trekking anche un importante aspetto storico-turistico e che ci ha permesso di raggiungere ben 86 partecipanti.
La meta è stata il Parco Storico di Monte Sole, sull’Appennino bolognese, con visita a Marzabotto e al suo tristemente noto sacrario.
Per tornare invece al nostro percorso, da S.Martino si segue la strada inizialmente asfaltata, ma che ben presto diventa sterrata, in direzione Casaglia, toccando altre località diventate oramai macerie: Caprara di sopra, la chiesa di Casaglia e il cimitero.
Alla prossima
D.G.
NOTA STORICA
La strage di Marzabotto è probabilmente il più grave crimine di guerra compiuto dai tedeschi in Italia durante la seconda guerra mondiale e comprende una serie di eccidi compiuti tra il 29 settembre e il 5 ottobre 1944 nell’area oggi conosciuta come Parco Storico di Monte Sole.
Antefatto: dopo lo sbarco in Sicilia del 9-10 luglio 1943, i tedeschi furono costretti a continui arretramenti verso nord finché, nell’estate del ’44, il Feldmaresciallo Kesselring, comandante in capo delle forze tedesche sul fronte mediterraneo, cercò di sfruttare i rilievi appenninici per bloccare l’avanzata alleata, realizzando la Linea Gotica. Questa linea, che si estendeva da Massa fino a Pesaro, ha resistito dall’estate ’44 fino ad aprile ’45, pochi giorni prima della liberazione e della successiva resa incondizionata dei tedeschi.
Importanza strategica: il Monte Sole si trovava circa nella parte centrale della Linea Gotica e rappresentava una zona strategica che permetteva di controllare le valli del Reno e del Setta fino a Bologna, pertanto era vista dai tedeschi come un’area di fondamentale interesse per garantirsi il controllo del territorio e successivamente una garanzia per la sicurezza della ritirata. Tutta la zona del Monte Sole era controllata dai partigiani della Brigata Stella Rossa, comandati da Mario Musolesi detto Lupo.
La strage: su ordine dello stesso Kesselring, i tedeschi organizzarono un’azione militare con lo scopo di eliminare la Brigata Stella Rossa. L’operazione fu affidata alla XVI Divisione al comando del Generale Max Simon e condotta dal Maggiore Walter Reder, noto per essere particolarmente efficiente nelle missioni a lui affidate. All’organizzazione e gestione partecipò anche l’ufficiale SS responsabile dello spionaggio e controspionaggio, maggiore Loos. L’azione cominciò la mattina del 29 settembre, con l’accerchiamento di tutta l’area di Monte Sole e risalendo i versanti facendo terra bruciata nelle varie abitazioni. Poiché un’azione simile era già stata eseguita nel mese di maggio ’44 senza toccare vecchi, donne e bambini, stavolta ai primi allarmi tutti gli uomini fuggirono nei boschi. La furia degli uomini di Reder venne sfogata contro alcuni partigiani, pochi, e soprattutto verso tutte le altre persone trovate al loro passaggio, principalmente vecchi, donne e bambini. Durante le fucilazioni venne fatta particolare attenzione a raggruppare le persone tenendo i bambini davanti e sparando basso con la mitragliatrice. In alcuni casi i raggruppamenti vennero fatti all’interno delle abitazioni, dove furono poi buttate bombe a mano. Si contarono in totale circa 700 morti, di cui circa 200 bambini e molti cadaveri rimasero sul posto fino ad aprile ’45, mentre sui giornali si elogiava la missione per la distruzione della Brigata partigiana, negando i morti civili. L’alto numero di vittime era dovuto anche alla presenza di numerosi sfollati dal fondovalle.
Le mine posizionate nella zona hanno provocato la morte anche dopo la guerra e fino al 1966.
I responsabili: Kesselring, condannato a morte nel ’47 con condanna trasformata successivamente in ergastolo per intervento americano e inglese, fu liberato nel ’52 e morì nel ’60.
Simon, condannato a morte con pena commutata subito in carcere da scontare in Germania, fu liberato nel ’54 e morì nel ’61, ha sempre dichiarato di non essere pentito.
Reder, condannato all’ergastolo nel 51, fu liberato nell’85 dal governo Craxi che si preoccupò anche di riportarlo in Austria con aereo del governo italiano. Nel ’64 aveva chiesto il perdono dei sopravvissuti alla strage, ma dopo la sua liberazione ritrattò la richiesta di perdono. Morì nel ’91.
I PRINCIPALI LUOGHI DELLA STRAGE
S.Martino di Caprara: tutte le persone vennero prelevate dalla chiesa e fucilate all’esterno, bruciando poi i cadaveri. Il 13 ottobre venne ucciso anche Don Giovanni Fornasini che si era recato a San Martino per seppellire i morti; il suo corpo fu ritrovato nell’aprile successivo.
Cerpiano: gli abitanti furono rinchiusi all’interno dell’oratorio e uccisi con bombe a mano, mentre il giorno successivo le SS tornarono per eliminare con la pistola i sopravvissuti.
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