domenica 5 dicembre 2010

Il sentiero Geo A


Anche per quest'anno il programma escursionistico sta volgendo al termine. Escludendo la passeggiata che precede il pranzo sociale di domenica prossima e il consueto trekking di S.Stefano, quella di oggi è stata l'ultima gita dell'anno. Dopo alcuni anni di pausa, abbiamo ripercorso il 'nostro' sentiero, ovvero il sentiero comunale Geo A che abbiamo inaugurato ormai tredici anni fa e da noi interamente realizzato con la collaborazione del Comune di Pontassieve (FI).
Il percorso attraversa tutte le nostre colline e unisce il paese di Sieci (ove è situata la nostra sede) con Rufina, attraversando Molino del Piano, Fornello, Galiga e Montebonello, per una lunghezza complessiva di circa 18 km e un tempo di percorrenza di circa 5-6 ore.
Questa mattina c'è stata la prima brinata della stagione e pertanto non era così caldo, anche se ancora non sono state raggiunte le tipiche temperature invernali.
Nonostante il freddo e la nebbia, ci siamo dunque avviati sulle tracce del sentiero, partendo direttamente dalla nostra sede a piedi per salire le propaggini del Poggio a Remole, con discesa verso Molino del piano e successiva risalita verso Fornello, passando per gli scavi archeologici di Monte di Croce.
Il sentiero si svolge in alcuni tratti parallelamente ad altri noti sentieri, quali l'Anello del Rinascimento, il SO.F.T. (sorgenti di Firenze Trekking) e i sentieri del Parco Culturale di Monte Giovi.
Proseguendo da Fornello, siamo saliti fino alla località Le Colline, massima elevazione di tutto il sentiero (550 m). Qui è possibile visitare una burraia ristrutturata di recente, anche se non fa parte del più noto Sentiero delle Burraie, che abbiamo percorso quest'anno in occasione del Raduno Trekking UISP regionale.
Poichè il sentiero Geo A prevede l'attraversamento di un guado e le condizioni attuali sono all'insegna della pioggia continua da circa un mese, abbiamo preferito fare una lieve variante per evitare appunto di stare con i piedi a mollo in una giornata non certo calda.
Il paesaggio è comunque notevole anche nella presente situazione di cielo plumbeo e permette di spaziare dal Pratomagno fino al Poggio dell'Incontro, poco sopra la piana di Firenze.
Riscendendo da Le Colline si arriva rapidamente nel fondovalle del torrente Argomenna, che si riscende fino ad arrivare a Montebonello e quindi a Rufina.
Il tempo incerto non ha impedito neanche oggi di superare i venti partecipanti, che sfidando acqua e gelo hanno potuto percorrere le tracce di questo sentiero così significativo per la storia del nostro Gruppo.
Alla Prossima.
D.G.

domenica 14 novembre 2010

La Linea Gotica sulle Apuane

Sembra incredibile, ma per la terza volta consecutiva le previsioni del tempo minacciano il peggio e la gita in programma si svolge invece senza una goccia d'acqua e anzi con il sole che fa capolino!
Nostra meta le Alpi Apuane poco sopra a Massa, con splendida visione della sottostante costa toscana fino alla liguria: Portovenere, Palmaria, Tino e Montemarcello. Il percorso, con base presso il Pasquilio, ci ha portati sulle vette del M. Folgorito e M. Carchio, due vette minori delle Alpi apuane con forte significato storico, poichè interessate dal passaggio della Linea Gotica.
La cresta del Folgorito e del Carchio ha rappresentato il primo punto di sfondamento della linea gotica all'inizio di aprile del '45, che ha portato poi alla liberazione dell'Italia.
Dal punto di vista escursionistico, il percorso è stato piuttosto semplice, tranne qualche facile roccetta sulla via di salita al M. Folgorito.
Data l'umidità del percorso e le conseguenti rocce scivolose, non abbiamo percorso completamente la cresta, preferendo riscendere sulla stradella sottostante, ma siamo comunque arrivati anche sul M.Carchio, il cui versante est è davvero impressionante.
Difficile dire se abbiamo messo i piedi sulla vetta oppure no... il monte è mangiato vivo dalle cave e la vetta non è facile da stabilire in tutto quel frastagliamento di rocce tagliate!
Tutto sommato, si è trattato di una bella escursione su cime minori, ai piedi del più noto M. Altissimo. Il tempo ha retto bene, anche se la foschia non ci ha permesso di godere del panorama montuoso delle vette Apuane, consolandoci però con la vista sul lato mare e dei suoi giochi di luce.
Saluti
D.G.

domenica 24 ottobre 2010

Anello di Mercatale Valdarno

Per la seconda volta in otto giorni, siamo andati in tasca alle previsioni avverse del tempo. Ebbene si, anche questa domenica le previsioni non promettevano niente di buono, ma ci siamo salvati, camminando per 23 km senza prendere una goccia d'acqua e anzi, con il sole che ogni tanto ha fatto capolino nel grigiore del cielo.
Bellissima e lunga camminata nel Valdarno superiore con partenza e arrivo da Mercatale Valdarno, toccando numerosi e interessanti borghetti meno noti. Tutto il percorso ad anello si è svolto sui segnavia CAI n. 45A-45-43-41.
La prima tappa del percorso sono state la Pieve di Galatrona e la Torre di Galatrona, che abbiamo potuto visitare grazie all'associazione locale che ne cura la gestione.
Davvero di grande interesse è la fonte battesimale realizzata da Giovanni Della Robbia.
Per quanto riguarda la Torre, abbiamo potuto effettuare la visita interna salendo la scala che porta fino alla sommita, da cui si può ammirare tutt'intorno il panorama. Ringraziamo per questo l'associazione 'Amici del torrione' di Mercatale.
I nostri passi ci hanno successivamente portati fino al magnifico borgo di Cennina, di origine medievale. Una vera Chicca della Val d'Ambra.
Oltre Cennina, abbiamo poi raggiunto il borghetto di Solata, dove abbiamo potuto apprezzare l'ospitalità dei pochi abitanti e di uno in particolare che ha avuto la premura di offrire un bel pò di vino. Grazie infinite. Nel frattempo i nostri passi venivano attentamente spiati dalla fauna locale.
Dopo aver salito circa 300 m fin qui, ci siamo dovuti arrendere alla ridiscesa di tutto il dislivello guadagnato per raggiungere la S.P.10 per Mercatale e risalire altri 300 m sulla collina di fronte, raggiungendo Sinciano.
Da qui la strada è semplice e permette di tornare a Mercatale passando per Rendola. Complessivamente il percorso si è svolto in gran parte su stradella sterrata e parzialmente su sentiero. Gran parte del percorso si svolge all'aperto e permette di ammirare il panorama circostante del Valdarno e del Pratomagno.
E' stata davvero una bella giornata e complimenti agli organizzatori!
Saluti
D.G.

domenica 17 ottobre 2010

Sbruciatata!

Come tutti gli anni, anche stavolta il mese di ottobre ci ha portati al consueto appuntamento con gli altri gruppi del Mugello, dove a turno si organizza una bella sbruciatata per stare tutti insieme in allegria.
Oltre al nostro GEO, gli altri protagonisti sono gli amici del GEB di Barberino di Mugello e del GEV di Vicchio. La giornata è stata inoltre integrata con la festa di chiusura stagionale del centro visite dell'A.N.P.I.L. di Poggio Ripaghera, curata dal Comune di Pontassieve e dagli amici del Gruppo Escursionistico 'Il Crinale' dell'Olmo. La concomitanza dei due eventi ci ha permesso di radunare un bel po' di persone presso il Santuario della Madonna del Sasso, gentilmente ospitati dalla comunità monastica guidata da Don Silvano, che ringraziamo di cuore.
Ogni passeggiata o escursione in questa zona tocca inevitabilmente il Sentiero delle Burraie, la cui descrizione è già stata fatta qualche mese fa su questo blog in occasione del raduno trekking Uisp regionale.
Nonostante le previsioni avverse e il maltempo che ha imperversato per tutta la notte, i pochi coraggiosi che al mattino si sono presentati all'appello, hanno visto il cielo riaprirsi e questo ha permesso di passare davvero una bella mattinata immersi nei boschi del parco.
Partendo da S.Brigida abbiamo dunque risalito la stradella sterrata fino a Fontassenzio e alla Cascina di Monterotondo e poi, per breve tratto di crinale abbiamo ripreso il sentiero 5 per riscendere alla Madonna del Sasso. Lungo il percorso abbiamo visitato ben cinque burraie: Fontassenzio, Fonterosina, Monterotondo, Fonterinalda e Nannarino.
Purtroppo i camminatori sono stati una trentina, rispetto al centinaio previsto, ma la successiva tavolata ha avuto ben pochi posti vuoti!
Non c'è che dire, il gruppetto di nostri soci 'maestri cucinieri' ha dato fondo alle proprie capacità portanto a risultati eccellenti.
La sbruciatata vera e propria e arrivata dopo, in forma di merenda a seguito dello spettacolo previsto per il pomeriggio nel programma dell'evento odierno.
Anche in questo caso i maestri cucinieri sia nostri, sia del Crinale, unendo le forze hanno permesso di sfamare a bruciate, castagnaccio e vin brulè, tutti i partecipanti alla festa.
Dopo tanto accumulo di calorie, ci ritroveremo tutti la settimana prossima in val d'Ambra a smaltire camminando per oltre 20 km di percorso panoramico davvero interessante. Vi attendiamo numerosi.
A presto.
D.G.

domenica 10 ottobre 2010

Dal Passo della Calla a Camaldoli

Con l'inizio della stagione autunnale, la traversata di oggi ha permesso di ammirare i colori delle Foreste Casentinesi nella loro migliore scenografia.
Dal Passo della Calla (1296 m) l'escursione si è svolta quasi per intero su stradella forestale, in mezzo a boschi principalmente di faggio e in misura molto minore di abeti e più in basso castagni.
La prima meta che si raggiunge è il Poggio Scali (1520 m), bellissima punta panoramica che in giorni particolarmente fortunati permette di vedere fino anche ai Monti Sibillini. Oggi la foschia ha ridotto un pò la meta raggiungibile con lo sguardo: M.Falterona, M.Falco, La Verna e poco oltre...
Il percorso è una parte del Sentiero delle Foreste Sacre, che in sette giorni unisce il Lago di Ponte con il santuario della Verna. Per chi non avesse mai attraversato le foreste casentinese assicuro che le emozioni sono davvero uniche.
Tutto il sentiero di oggi è stato relativamente semplice: meno di 300 m di salita per circa 15 km di lunghezza, con passaggio per il Prato alla Penna prima di raggiungere l'Eremo di Camaldoli.
Da qui una veloce discesa a valle permette di arrivare a Camaldoli.
Poichè la camminata è stata un po' breve, abbiamo infine allungato il percorso con la visita al Castagno Miraglia, splendido esemplare di castano secolare.
La stagione autunnale prosegue poi domenica prossima con la sbruciatata alla Madonna del Sasso.
Saluti
D.G.

domenica 26 settembre 2010

Alto Mugello

Dopo l'estate alpina e le alte vette, si torna di nuovo a camminare tra i monti di casa nostra. L'alto Mugello è quell'area di Toscana che geograficamente si trova al di la dello spartiacque appenninico e dunque in territorio romagnolo, da cui anche il nome di 'Romagna Toscana'.
Il percorso di oggi è stato ad anello, con partenza dalla località Roco (670 m), tra il Passo della Raticosa e Piancaldoli.
Gran parte del percorso si è svolto all'interno di boschi, principalmente di castagno, con tratti di crinale scoperti e panoramici. All'interno del bosco non sono mancate occasioni per interessanti foto.
La prima vetta conquistata è il M. La Fine (993 m), dal quale si è potuto vedere un panorama che ha superato la pianura Padana per arrivare fino alle Alpi innevate!
Dopo la foto di rito siamo ripartiti per la destinazione successiva: il M.Fune. Il percorso complessivo ci ha riportati al punto di partenza con circa 15 km e 500-600 m di dislivello, percorsi in circa 5 h escluse le soste.
Inoltre, passando per la Raticosa, è nostra usanza la sosta davanti al Sasso di S.Zanobi che è possibile salire in pochi minuti di facile 'arrampicata'.
Davvero una bella giornata (nonostante le previsioni avverse...).
Alla prossima in Casentino.
Saluti
D.G.

mercoledì 15 settembre 2010

La vetta più alta del GEO!

Il fine settimana appena trascorso ha avuto un'importanza particolare poichè abbiamo conquistato la vetta più alta della storia quasi ventennale del Geo: il M.Emilius (3559 m).
Si lo so, un alpinista che legge queste poche righe, potrebbe sorridere nel vedere tanto scalpore per questa quota, ma nel nostro piccolo è stata una meta di tutto rispetto. Inoltre, il tempo splendido che abbiamo trovato, ci ha permesso di vedere un panorama davvero unico: tutte le cime maggiori della Valle d'Aosta sembrava proprio di poterle toccare!
La gita è stata proposta e organizzata dal nostro Presidente in persona, che qui vediamo appunto con lo sfondo del M.Emilius, ed ha avuto purtroppo solo 5 partecipanti, dato che la distanza da percorrere in auto non era certo trascurabile per soli tre giorni di permanenza. Direi che i cinque fortunati possono entrare nell'Albo d'Oro del Gruppo... ma per ora accontentiamoci dell'Albo (o meglio Libro) di Vetta, dove abbiamo lasciato traccia evidente del nostro passaggio.
Il viaggio ha avuto una durata di tre giorni, in modo da avere due mezze giornate rispettivamente per l'avvicinamento e per il ritorno, e una giornata intera per raggiungere la vetta; questo per non appesantire troppo la gita, soprattutto per chi ha dovuto guidare per ore il mezzo a motore (a cui va ovviamente un grosso ringraziamento).
Il primo giorno, dato che il tempo era bello e non era troppo tardi, abbiamo preferito accorciare il sentiero più basso e meno significativo utilizzando la seggiovia per salire da Pila fino al Lago di Chamolè (2311 m) e poi abbiamo scaldato i muscoli con una prima ascensione: dal Colle di Chamolè (2641) abbiamo conquistato la Testa Nera (2819).
Oltre alla splendida vista del M.Bianco, del Grand Jorasses e del Gran Combin, dalla Testa Nera si apre il paesaggio verso il gruppo del Gran Paradiso ed in particolare della Grivola (3969) e del suo ghiacciaio.
Scendendo più a valle si perviene facilmente nella conca d'Arbole ove risiedono l'omonimo lago e il rifugio a quota 2500 m. In tutti e tre i giorni non siamo mai scesi sotto quota 2100 circa.
Il secondo giorno dal Rifugio Arbole siamo saliti sul M.Emilius per la via normale dal passo dei tre Cappuccini (3241). Tutta la salita fino al passo è stata fatta in ombra, con una temperatura che ha oscillato dai 4 ai 6 °C e sull'erba c'erano tracce evidenti della brinata rimasta dal freddo dei giorni precedenti, quando lo zero termico era sceso attorno ai 2400 m.
Saliti al passo si apre tutto lo scenario dei laghi Superiore, Lungo e Inferiore, posti nella vallata adiacente.
Appare inoltre il M. Rosa in tutta la sua bianca maestosità e, con l'aiuto di un binocolo, si riesce a distinguere addirittura la Capanna Margherita posta sulla sua vetta!
Una volta raggiunta la cima dell'Emilius il panorama si scopre su tutti i lati, offrendo una visuale a 360°. Dato che la Valle d'Aosta è dotata di numerose cime di 4000 m, la vista dall'Emilius non permette di vedere lontanissimo, ma quello che c'è li vicino è davvero stupendo!
Riassumendo le vette principali visibili: M.Bianco, Grand Jorasses, Gran Combin, Cervino, M.Rosa, Gran Paradiso, Grivola, Rutor, M.Avic, Punta Tersiva. In lontananza si riesce a vedere un unica vetta innevata e probabilmente si tratta del Bernina. Ma vediamo qui sotto la piramide del Cervino.
Sulla vetta, tre ragazzi di Aosta ci hanno fatto notare che la nostra 'impresa' era ben poca cosa dato che loro erano partiti alle 4:30 da Pila a piedi, raggiunto il bivacco Federigo in circa 3h, fatte le altre 5h di ferrata fino alla cima e sarebbero poi scesi in altre 4h fino a Pila. Tutto in un giorno, 12h di cammino, 1700 m di dislivello e le difficoltà della ferrata! Se dovessero leggere il blog, li vorrei ringraziare per il generoso consiglio riguardo all'acquisto di formaggi locali, che noi abbiamo prontamente seguito facendo un ricco bottino caseario, oltre a pranzare con piatti tipici nello stesso luogo.
Il terzo giorno siamo rientrati per percorso alternativo scendendo la valle del Comboè per poi risalire al Colle Plan Fenetre.
Che aggiungere ancora? tre giornate splendide, luoghi meravigliosi e paesaggi unici. La nostra vetta maggiore ci ha dato proprio soddisfazione!
Alla prossima.
D.G.

sabato 4 settembre 2010

Settimana sulle Alpi Francesi

Quest'anno ricorre il decennale del nostro gemellaggio con il gruppo trekking francese Amicale Laique di S.Genis Laval (Lyon), con il quale ci incontriamo ad anni alterni in territorio italiano (l'anno scorso in Val di Fassa) o in territorio francese.
Questa volta l'organizzazione è toccata appunto agli amici francesi, che ci hanno portato in un luogo sconosciuto a molti ma di valore inestimabile: il Parco regionale del Queyras, a due passi dal Monviso.
Il parco si trova in linea d'aria molto vicino al Monviso e confina per alcuni km direttamente con l'Italia, in particolare con la Val Varaita, la Valle Po e la Val Pellice. Il territorio rientra nell'area geografica nota come Occitania e mantiene una propria identità culturale da secoli, dato che già nel 1300 era nata una repubblica che ha resistito per ben 400 anni (Repubblica degli Escartons, o dei Cantoni).
La settimana che abbiamo trascorso ha avuto come 'campo base' il paese di Ceillac e da qui abbiamo esplorato le valli e le cime circostanti con il cielo praticamente sempre azzurro!
La descrizione che segue è purtroppo parziale, poichè ogni giorno siamo partiti divisi in tre e anche quattro diversi gruppi, per consentire ad ognuno dei circa 70 partecipanti di scegliere le difficoltà desiderate. Di conseguenza andrò a descrivere i percorsi che ho seguito personalmente, in attesa di eventuali integrazioni successive.

COL DE BRAMOUSSE, CRETE DE CHAMBRETTE, COL FROMAGE
Partendo da Ceillac (1640 m) siamo saliti fino al Col de Bramousse (2251 m) con pendenza piuttosto regolare e dunque faticando ma senza eccessi.
Quello che colpisce oltre alla bellezza del paesaggio è il comportamento di certi animaletti, quali ad es. le marmotte, che anzichè scappare al volo come sono solite fare al minimo accenno di presenza umana, qui mantengono la posizione quasi allo scopo di farsi fotografare proprio da tutti, fino agli ultimi della fila, e solo successivamente tornano nella tana. Viene davvero il dubbio che siano pagate dall'ente del turismo per comportarsi da modelle!
Salendo sulla Crete de Chambrette (2582 m) non mancano certo i punti panoramici sulla valle sottostante.

ARVIEUX, VIA FERRATA 'DE PRA PREMIERE'
Arvieux è un altro dei comuni del parco e si trova a circa 25 km da Ceillac. Da qui si dirama un'altra serie di sentieri interessanti e anche qualche via ferrata, per gli appassionati del genere. Abbiamo dunque provato una di queste vie, la Pra Premiere, descritta come abbastanza facile. In realtà invece, pur trattandosi di una via abbastanza breve, la difficoltà non manca.
Il difficile arriva quasi subito, con una piccola scaletta leggermente inclinata su un lato, sulla quale ci si sente sporgere verso destra e dalla quale si prosegue su gradonate artificiali.
In effetti si tratta proprio di una 'ferrata' vera e propria, nel senso che è tutto ferro! in ferro gli appoggi per i piedi, in ferro gli appoggi per le mani, oltre al cavo. Non si tocca quasi mai la roccia e questo a me personalmente piace un pò meno...
Immancabile la foto di gruppo sulla vetta.

DA CEILLAC A ST. VERAN
Approfittando della disponibilità di posti auto degli altri compagni che avrebbero seguito un percorso direttamente da St Veran, abbiamo fatto la traversata a piedi sul sentiero che unisce i due paesi, passando per il Col des Estronque (2651 m).
Il cielo sereno che si vede in foto, non deve far pensare a troppi calori poichè il vento sul colle ci ha fatti rivestire con pile e giacca a vento. E' bastato però riscendere sull'altra vallata per riguadagnare gradi preziosi sulla pelle. Ma forse per qualcuno è diventato troppo caldo e così sul primo corso d'acqua ha cercato di raffrescarsi!!
Ma veniamo al paese di arrivo. St. Veran è un bel borghetto di montagna e pare che con i suoi 2040 m di altitudine sia il comune più alto d'Europa (il nostro comune di Sestriere è a quota 2035 m... ci hanno battuti per poco!). Gli abitanti non arrivano a 300, ma il turismo non manca, anzi, l'affollamento di turisti è davvero notevole. Il giro a piedi per il paese vale sicuramente una giornata.

LA TETE DE LA CULA
Anche se il nome di questa vetta potrebbe suscitare qualche ilarità, devo dire che questo percorso è stato assolutamente il più bello che abbiamo fatto durante la settimana. La cima a 3121 m rappresenta un punto panoramico eccezionale in ogni direzione, con i suoi 360° di visuale libera.
Dalla cima si spazia dal Parco Nazionale des Ecrins, a tutte le montagne sul lato francese (perdonate l'ignoranza sui loro nomi, ma non è la mia zona...) fino alle cime più importanti delle Alpi: Monte Bianco, Gran Paradiso, Cervino, Monte Rosa. Proseguendo ancora è vicino e ben visibile il Monviso e in lontananza si riesce a vedere anche il gruppo dell'Argentera. Un panorama davvero unico!
Bellissima poi la cresta del Cristillan e la successiva discesa verso valle, con visita ben gradita del Grifone.

TETE DU RISSACE
Altra giornata meravigliosa che ci ha permesso di salire a questa cima di 2965 m. Pur essendo la quota paragonabile a quella del giorno precedente, la presenza del costone roccioso di fronte, non ha permesso la stessa visuale della Tete de la Cula. Bellissimo tutto il sentiero di salita che risale il Col de Clausis (2785 m).
Nonostante la quota, tutti i percorsi che abbiamo fatto durante la settimana non sono stati di particolare difficoltà tecnica, ma solo di fatica... più o meno sempre 1000 m di dislivello da salire. Anche in questa giornata ne è valsa veramente la pena.
La ciliegina sulla torta è stata anche in questa giornata l'avvistamento del grifone, anzi, di uno stormo di ben 13 grifoni che si avvicinavano lentamente. Forse avranno valutato la possibilità di un bel pasto e poi, accorgendosi che non eravamo ancora cadaveri, hanno rinunciato!

ULTIMO GIORNO: LAGO ST. ANNE
L'ultimo giorno il tempo ci ha voluto un pò meno bene, poichè arrivati alla meta ha cominciato un pò a pioviscolare. Ma non ci lamentiamo perchè complessivamente la settimana è stata splendida.
In questa giornata tutti i diversi percorsi convergevano sul lago St. Anne e dunque è stata l'occasione per una bella foto di gruppo complessiva.
Non rimane che ringraziare gli amici francesi per l'eccellente organizzazione di ogni dettaglio di questa settimana insieme. Arrivederci al prossimo anno... in Italia!
Saluti
D.G.