Con la stagione estiva è più probabile che il gruppo si spinga alla scoperta di monti e valli un po' più in la della Toscana e luoghi limitrofi. Stavolta la meta è stata una delle valli più interessanti del Piemonte, anche se meno conosciuta di altre: la Val Pellice. Ci troviamo nelle Valli Occitane, provincia di Torino, due passi a nord di Sua Maestà il Monviso.
Per vari motivi il gruppo si è ridotto a soli quattro elementi... come si dice: pochi ma buoni!E' impressionante la quantità e la varietà di fioriture presenti in ogni angolo di questi monti, tanto che i prati diventano spesso una sorta di caleidoscopio: il giallo, il rosa, il rosso, il viola, il verde e molte altre sfumature ancora...
Stavolta siamo stati anche molto fortunati: durante la visita al Giardino Botanico Peyronel, a circa 2300 m di altitudine, è spuntato all'improvviso un ermellino. Purtroppo la velocità dell'evento non ha permesso di scattare foto migliori di quella qui sotto. Accontentiamoci... non è facile fare di questi incontri.
Per quanto riguarda il percorso, siamo partiti dal Rifugio Barbara Lowrie (1753 m), dove si arriva tranquillamente in auto, e siamo saliti fino al Col Barant (2425 m), con il tempo che ci ha donato una breve pioggia con grandine. Poi, dopo la visita al giardino botanico, siamo ricalati in valle fino ai 1732 m del Rifugio Willy Jerwis alla Conca del Prà, dove abbiamo passato la prima notte.
Il giorno successivo, ormai con il tempo ottimo e stabile, siamo risaliti su per la testata della Val Pellice, attraverso prativi prima e aree boscose dopo, con ampio panorama sulla valle stessa.
Ai 2377 m spunta finalmente il tetto del Rifugio Granero. Sullo sfondo la cima del M.Granero (3171 m), che avevamo messo in programma, ma forse per la stanchezza, forse per il tempo non sufficiente, abbiamo poi evitato di poco, per raggiungere solo il Colle Seilliere a quota 2851 m.
Da qui la vista è dominata dalla mole imponente del Monviso. Davvero impressionante!
Dopo aver percorso un bel tratto di cresta tra il Colle Seilliere e il M. Granero, ci siamo ributtati verso valle per tornare al Rifugio Granero, dove abbiamo trascorso la seconda notte.
Sul percorso di discesa c'è stato un altro interessante incontro: la marmotta.
Se devo trovare qualcosa di negativo per questa valle, si tratta sicuramente della facilità con cui si riempie di nebbia! in questi tre giorni abbiamo capito che per godere dei vasti panorami, da queste parti è bene stare sempre sopra i 2200-2300 m, perchè ogni volta che si scende al di sotto di questa quota, la nebbia galoppa!
L'ultimo giorno della nostra permanenza è stato dedicato alla salita del Col Manzol (2663 m) e del M. Manzol (2933 m), con successivo rientro alla base. Già dal Colle è ben visibile la mole bianca del Gruppo del M. Rosa e, poco discosto, la piramide del Cervino.
Dalla cima del Manzol non manca la vista su nebbia. Dopo aver debitamente compilato il libro di vetta, ci si appresta a riscendere a valle
Che dire... tre giorni meravigliosi, ottima compagnia affiatata, notevoli sgranate a tavola con sicuro accumulo di grassi. E chi l'ha detto che con il trekking si dimagrisce? la realtà è purtroppo il contrario, poichè i camminatori sono notoriamente buone forchette e tanto più quando sono affamati!
Per quanto riguarda il percorso, siamo partiti dal Rifugio Barbara Lowrie (1753 m), dove si arriva tranquillamente in auto, e siamo saliti fino al Col Barant (2425 m), con il tempo che ci ha donato una breve pioggia con grandine. Poi, dopo la visita al giardino botanico, siamo ricalati in valle fino ai 1732 m del Rifugio Willy Jerwis alla Conca del Prà, dove abbiamo passato la prima notte.
Il giorno successivo, ormai con il tempo ottimo e stabile, siamo risaliti su per la testata della Val Pellice, attraverso prativi prima e aree boscose dopo, con ampio panorama sulla valle stessa.
Ai 2377 m spunta finalmente il tetto del Rifugio Granero. Sullo sfondo la cima del M.Granero (3171 m), che avevamo messo in programma, ma forse per la stanchezza, forse per il tempo non sufficiente, abbiamo poi evitato di poco, per raggiungere solo il Colle Seilliere a quota 2851 m.
Da qui la vista è dominata dalla mole imponente del Monviso. Davvero impressionante!
Dopo aver percorso un bel tratto di cresta tra il Colle Seilliere e il M. Granero, ci siamo ributtati verso valle per tornare al Rifugio Granero, dove abbiamo trascorso la seconda notte.
Sul percorso di discesa c'è stato un altro interessante incontro: la marmotta.
Se devo trovare qualcosa di negativo per questa valle, si tratta sicuramente della facilità con cui si riempie di nebbia! in questi tre giorni abbiamo capito che per godere dei vasti panorami, da queste parti è bene stare sempre sopra i 2200-2300 m, perchè ogni volta che si scende al di sotto di questa quota, la nebbia galoppa!
L'ultimo giorno della nostra permanenza è stato dedicato alla salita del Col Manzol (2663 m) e del M. Manzol (2933 m), con successivo rientro alla base. Già dal Colle è ben visibile la mole bianca del Gruppo del M. Rosa e, poco discosto, la piramide del Cervino.
Dalla cima del Manzol non manca la vista su nebbia. Dopo aver debitamente compilato il libro di vetta, ci si appresta a riscendere a valle
Che dire... tre giorni meravigliosi, ottima compagnia affiatata, notevoli sgranate a tavola con sicuro accumulo di grassi. E chi l'ha detto che con il trekking si dimagrisce? la realtà è purtroppo il contrario, poichè i camminatori sono notoriamente buone forchette e tanto più quando sono affamati!
Spero che belle gite come questa si ripetano presto.
Un saluto.
D.G.
1 commento:
mi fa piacere dopo un lungo tempo rivedere la mia valle preferita!
ricordo molto bene i sentieri per le barricate,l'alpe crusenna,la vetta del granero,il buco di viso,il viso e le sue punte secondarie.Scrivo dalle Ande dove a3000 metri e piu' ci sono alberi da frutto........Un saluto!
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